Marrakech – una piccola guida

Buongiorno a tutti e buon sabato mattina!

Ormai la primavera si sta facendo sentire, le temperature si stanno pian piano alzando e torna la voglia di uscire con la giacca di jeans e mettere da parte i giacconi invernali; certo se la pioggia ci lasciasse in pace! Però per me primavera significa anche stanchezza, quest’anno in particolare, quell’apatia che mi colpisce quando inizia a cambiare stagione e dormirei per ore e ore di fila. Così un po’ fiacca solo oggi mi decido a scrivere il primo degli articoli riguardo il mio viaggio in Marocco! Non vedevate l’ora vero? Bene e vi faccio anche aspettare, perché per sapere come andò a finire, come i nostri eroi arrivarono nel deserto, dovrete pazientare ancora qualche giorno. Infatti oggi ci occupiamo esclusivamente di Marrakech: ho pensato fosse il modo più giusto per non scrivere articoli lunghissimi, ma essere quanto più precisa e riuscire mostrarvi tante foto di ogni posto. Ve lo prometto, ne varrà la pena!

Se il Marocco con la sua luce calda e la nitidezza dei suoi colori mi ha rubato il cuore, Marrakech a sua volta ne ha preso un pezzettino. Descriverla mi sembra impossibile, così caotica, variopinta, mutevole e controversa. Marrakech profuma di spezie e tè alla menta, ha il colore delle case rosse che si contrappongono ad un cielo azzurro e velato, risuona degli schiamazzi dei compratori ambulanti e della voce del muezzin che cinque volte al giorno chiama i fedeli alla preghiera, ha il gusto dolciastro della tajine berbera, datteri e carne in equilibrio tra loro. Una città ambigua che si presenta con scenografie sempre diverse: dai souk, ai giardini dei palazzi reali, fino ai vicoli più isolati, si passa dal caos al silenzio più assoluto, rotto solo dal miagolio di un gatto o da una porta che si chiude all’improvviso, nelle stradine circostanti. E tu che non sai come comportarti, cosa fare, dove girarti a guardare, tanti sono gli stimoli che Marrakech ti propone ogni secondo: mille emozioni che ti attraversano e si rincorrono continuamente, la gioia e la felicità di trovarti lì, circondata da mille colori, la tranquillità e la serenità nel giardino di un palazzo dove il profumo degli aranci in fiore ti stuzzica il naso, lo stupore nello scoprire che esiste veramente una realtà così diversa da quella con cui hai sempre avuto a che fare.

Devo dirvi la verità, all’inizio ne sono rimasta quasi spaventata: non è una città “semplice”, le abitudini e i costumi degli abitanti sono così diversi dai nostri che lì per lì non riuscirete ad aprirvi, a dargli la vostra fiducia, ma sono sicura che nel tempo le stesse cose che all’inizio vi avevano allarmato vi lasceranno incantati, come è successo a me. Attenzione, non vi sto dicendo che sia una città sicura, non ci tornerei mai da sola e neanche solamente con un’amica, secondo me una figura maschile o un bel gruppo di persone sono assolutamente necessarie, non tanto perché il pericolo sia presente in se, quanto per evitare di sentirsi persi in un mare di vicoli o per non perdere l’occasione di visitarla nel suo complesso, senza tralasciare nessuna stradina, neanche le più buie e isolate: sono sempre più convinta che per conoscere la vera essenza di una città sia necessario allontanarsi dai luoghi turistici, perdersi nei vicoli e parlare con le persone che si incontrano per strada, ma bisogna anche sentirsi abbastanza sicuri per poter fare tutto questo.

Per quanto riguarda il rischio per l’incolumità personale collegato a eventi terroristici, politici e/o religiosi, del quale in tanti mi avete chiesto informazioni, sinceramente i momenti in cui mi sono sentita poco al sicuro da questo punto di vista sono stati ben pochi, e mai ho pensato di essere più in pericolo di quanto io non lo sia camminando per via della Conciliazione qui a Roma a due passi da piazza San Pietro. Certo per questa ragione abbiamo messo da parte mete più esposte che ci erano venute in mente, ma in ogni caso secondo me oggi ogni luogo più affollato è un possibile bersaglio e per questo non possiamo lasciarci prendere dalla paura, vivere rinchiusi in una scatola e non esplorare il mondo che ci circonda. Basta scegliere con cognizione di causa, ma senza eliminare in blocco ogni paese meno occidentalizzato.

Passiamo dunque alle informazioni pratiche.

Come siete arrivati?

Abbiamo raggiunto il Marocco ovviamente in aereo, e prenotando qualche mese prima siamo riusciti a trovare un’ottima offerta, così il prezzo del viaggio di andata e ritorno è stato molto contenuto. Abbiamo viaggiato con Ryanair e il volo Ciampino – Marrakech-Menara dura circa 3 ore. Mi raccomando il passaporto è indispensabile! Infine altro piccolo consiglio: al momento del vostro rientro arrivate in aeroporto con tante ore di anticipo: in Marocco l’iter che vi permette di raggiungere il vostro gate di imbarco è infinito, comprende almeno 4 file, foglietti da compilare con indirizzi e numeri e la necessità di ripassare per il check-in, nonostante l’abbiate già portato a termine online. Forse tre ore saranno sufficienti.

Dove avete dormito?

Abbiamo deciso di pernottare al Riad Sidi Ayoub non lontano dal centro della medina. Si tratta di un piccolo riad molto curato e pulito, con uno staff gentile e disponibile e delle camere spaziosissime. Ve lo consiglio vivamente, a piedi si raggiunge Jemaa el Fna in 15 minuti e prenotando con Agoda qualche mese prima siamo riusciti a spendere molto poco. Per non parlare della colazione che ogni mattina viene servita nel giardino interno: marmellate, pane, burro, msemen ( i tipici pancake quadrati marocchini), fritattine, tè alla menta e caffè!

Cosa avete visitato?

In tutto siamo rimasti a Marrakech quattro notti, quindi abbiamo passato nella città tre giornate piene: forse anche troppo, per avere un’idea della città ve ne bastano due, ma alla fine siamo stati contenti della nostra organizzazione. Infatti dal secondo giorno ha iniziato a piovere senza un attimo di pausa, e così il programma che avevamo è stato molto rallentato. Forse se viaggiate a marzo come noi dovreste tenere in considerazione questo probabile inconveniente.

  • Giorno 1 – siamo partiti dal nostro riad e abbiamo raggiunto Jemaa el Fna, si tratta della piazza più grande e caotica di Marrakech che vi consiglio di vedere assolutamente a più ore del giorno: infatti cambia e si trasforma, da mercato compreso di incantatori di serpenti e guaritori, la sera diventa luogo di ritrovo per i marocchini,  che qui si divertono a suonare e ballare in tanti piccoli gruppi. A un passo dalla piazza si erge alto il minareto della Koutoubia che abbiamo ammirato ovviamente solo dall’esterno (le moschee sono accessibili ai soli musulmani) e ci siamo diretti verso i giardini dove vi suggerisco di fare una piccola passeggiata. A questo punto abbiamo percorso il perimetro della medina, camminando lungo le mura, per ammirare l’Hotel la Mamounia e raggiungere la medina bassa. Qui prima di pranzo (mi raccomando scegliete orari poco frequentati altrimenti dovrete fare file interminabili anche all’interno) abbiamo visitato le Tombe Sadiane, un piccolo complesso posto alle spalle della Moschea della kasbah, coloratissimo e assolutamente da visitare: un’isola di silenzio nel caos del quartiere, con maioliche colorate e stanze decorate. Dopo un pranzo veloce abbiamo raggiunto Palazzo el Badi (altro consiglio, controllate sempre gli orari di chiusura dei musei e dei palazzi, molto spesso non restano aperti oltre le 17), che, devo essere sincera, è ciò che più mi ha colpito in tutta Marrakech: mura rosse che circondano un cortile interno infinito, adorno di vasche, giardini profumati e nidi di cicogna che compaiono qua e là. Un luogo di pace e contemplazione. Dopo questa giornata infinta ci siamo incamminati verso il nostro riad ma non abbiamo potuto fare a meno di fermarci di nuovo a Jemaa el Fna per prendere un tè alle menta e goderci il tramonto da uno dei caffè che si trovano sulla piazza.

 

  • Giorno 2 – dopo aver raggiunto la Place Des Epices e guardato con attenzione ogni bancarella che vende oggetti in paglia realizzati a mano e ogni negozio con la sua infinita collezione di spezie, abbiamo speso l’intera mattinata a perderci nei Souk: infatti tra bancarelle, venditori ambulanti, ceramiche e babbucce perderete sicuramene la nozione del tempo e dello spazio, ma meglio così, secondo me è un’esperienza da dover fare e vi suggerisco di tenervi da parte almeno due o tre ore da passare nei mercati. Mi raccomando contrattate, il prezzo che vi propongono inizialmente è sempre il doppio di quello che riuscirete ad ottenere all fine! Abbiamo comprato un’infinità di cose, abiti tradizionali, scarpe, teiere e porta spezie, senza neanche rendercene conto, così ci siamo ritrovati pieni di buste, sotto una pioggia incessante. Il resto della giornata lo abbiamo speso alla Maison de la Photographie, un ex riad che oggi ospita una serie di fotografie della città a partire dai primi del ‘900; se avete poco tempo non vi consiglio di andare a visitarla, potreste occupare il vostro tempo in luoghi più interessanti, ma immagino che la vista dalla terrazza sia fantastica in giornate più soleggiate.

P.s. sia la Madrasa di Ben Youssef sia il palazzo Dar Si Said sono al momento chiusi e non possono essere visitati! Chissà, magari andando tra qualche mese sarete più fortunati di noi!

 

  • Giorno 3 – abbiamo iniziato la nostra giornata perdendoci nelle stradine della medina per raggiungere il Mellah, il quartiere ebraico e il suo mercato di spezie, fino ad arrivare all’entrata del Palazzo Bahia: completamente diverso da quello visitato il primo giorno, questo complesso architettonico molto più recente si è mantenuto intatto nell’ultimo secolo, con saloni pieni di maioliche colorate e riad ricchissimi di piante di ogni tipo. Anche questo palazzo è veramente splendido e vi consiglio di inserirlo tra cose da visitare assolutamente a Marrakech. Nel pomeriggio, affidandoci alla guida abbiamo pensato di prendere un taxi (economicissimo!) per raggiungere quanto più velocemente l’altro capo della città e visitare il Giardino Majorelle, ma ne siamo rimasti molto poco colpiti: oltre al prezzo di entrata esorbitante in rapporto agli altri complessi visitati, il giardino bello e curato non ci è sembrata un’attrattiva interessantissima, soprattutto non tipicamente marocchina, così se avete pochi giorni non vi consiglio di spendere qui neanche un’ora o due. Infine siamo tornati verso il nostro riad per riposarci prima dell’ultima cena a Marrakech, ma lungo la strada ci siamo fermati all’ Henna Art Cafe, una piccola associazione culturale e ristorante dove potrete ordinare un tè alla menta e scegliere di fare un tatuaggio all’hennè: l’ambiente non è proprio graziosissimo ma secondo le mie ricerche è uno dei pochi luoghi dove l’hennè usato per fare i tatuaggi è quello rosso naturale senza sostanze tossiche.

 

Dove avete mangiato?

Secondo me in Marocco si mangia bene quasi ovunque, soprattutto quando ti trovi a Marrakech: di ristoranti ce ne sono tantissimi e sta a voi destreggiarvi nello scegliere quello che preferite, ma tranquilli ovunque vi sediate potrete sempre ordinare un’ottima tajine o una pastilla niente male. I prezzi sono sempre bassi e considerate che le porzioni sono molto abbondanti ed è normale dividerle in due. Per non parlare dello street food che potrà darvi tante soddisfazioni, si spende pochissimo e potrete immergervi in una vera esperienza marocchina, infatti pochi sono i turisti che si fermano ai banchi lungo le strade; certo, bisogna evitare di pensare alla mancanza di alcune basilari norme igieniche, ma davvero ne varrà la pena! Tra i ristoranti che mi sono piaciuti di più vi consiglio:

  • Le Nid´cigogne – nonostante la scortesia del proprietario trovo che il luogo sia davvero carino e i piatti niente male, inoltre potrete avere un vista magnifica sui nidi delle cicogne che si trovano sulle mure delle Tombe Sadiane.
  • Le Jardine  – non per le portate in sé, e neanche per i prezzi che si avvicinano a quelli italiani, tanto per il bellissimo cortile interno dove cenerete a lume di candela, un posto veramente delizioso.

Cosa fare prima di partire?

  • non dimenticate la protezione solare, anche a marzo abbiamo avuto modo di abbronzarci semplicemente camminando per strada!
  • ricordatevi che la moneta che userete sarà il dirham, anche se spesso potrete pagare in euro senza problemi. Cercate lo sportello più conveniente e non fate il nostro errore di cambiare subito arrivati in aeroporto.
  • ricordatevi che state viaggiando in un paese con costumi e cultura molto diversi dai nostri e nonostante possiate non essere del tutto d’accordo con questi, penso che il rispetto sia sempre qualcosa da portare in valigia con noi. Evitate, anche in piena estate, abbigliamento succinto, scollature importanti e abiti troppo corti, vi sentirete più a vostro agio e non metterete in imbarazzo nessuno. Si può stare freschi anche scegliendo tessuti più leggeri! Stesso discorso vale per alcune norme di comportamento, ma per queste non penso sia necessaria una mia spiegazione.

Ecco qui, la prima parte della mia guida al Marocco è già terminata! Ok “già” è un parolone perché più prolissa di così proprio non potevo essere, ma che posso farci, appena mi metto a pensare al mio viaggio mi vengono in mente così tanti ricordi bellissimi che sento proprio di dover condividere con voi e soprattutto lasciare scritti per non dimenticare niente.

Spero vivamente di esservi stata d’aiuto! Qualsiasi domanda o perplessità non esitate a lasciarla nei commenti.

Vi mando un grande bacio,

Giò

minareto della Koutoubia
vista dal NId’cicogne

Palazzo El Badi
Palazzo El Badi

Souk

Terrazza della Maison de la Photographie
Fonduk
Riad di Palazzo Bahia

Palazzo Bahia

Giardino Majorelle
Giardino Majorelle

 

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